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Channel: Gianfranco Soldera – DiVini
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Addio a Soldera, l’eretico del Brunello

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E’ morto nella sua vigna, come un artigiano al suo tavolo di lavoro. Gianfranco Soldera, 82 anni, era l’eretico di Montalcino. E’ uscito di strada per un malore, finendo tra i filari. Era da poco stato dimesso dall’ospedale, dopo un mese di ricevere.

Con lui, dopo la scomparsa di Franco Biondi Santi nell’aprile del 2013, scompare quel piccolo mondo antico del Brunello, quando per investire nel rosso toscano serviva cuore e coraggio da pionieri. Soldera era un broker assicurativo. Trevigiano di nascita, milanese per lavoro. Nel 1972 fece rotta su Montalcino, impoverito dall’apertura, 8 anni prima, dell’Autostrada del Sole. Schivo e istrionico, semplice e burbero, chiamò la sua azienda (ora di 23 ettari) Case Basse e iniziò a produrre un Brunello inconfondibile. A volte imperfetto, spesso grandioso. “Un precursore della qualità – racconta Gigliola Giannetti, dell’azienda Le Potazzine, vignaiola che ha sempre seguito i suoi principi – puntava sulla naturalità del Sangiovese in purezza. Credeva nei lunghi invecchiamenti e nel valore delle bottiglie, che vendeva a prezzi più alti di molti altri”. Ogni anno finanziava e premiava, con un evento alla Camera dei deputati i migliori giovani ricercatori del mondo per gli studi sul Sangiovese che favoriscono, diceva, “una viticultura naturale autentica e capace di produrre un vino di grande qualità”.

L’intransigenza per cui lo osannavano i fans in tutto il mondo gli aveva procurato antipatie e invidie, non solo a Montalcino. Oltre a Gigliola Giannetti, al suo ottantesimo compleanno c’era solo un altro produttore di Brunello, Paolo Caprili. Sette anni fa un dipendente, che diceva di essere stato trattato male per la mancata assegnazione di un alloggio, si era vendicato sversando a terra il Brunello. Soldera aveva rifiutato la solidarietà dei colleghi, pronti a donargli vino e aveva parlato, in una intervista al “Corriere”, di “truffa e moltiplicazione di Brunello”. Poi aveva lasciato il Consorzio, prima di essere espulso. Querelato per diffamazione, aveva vinto in Tribunale a Milano: per il giudice aveva solo esercitato il diritto di critica. Ma l’eco di quelle polemiche era spenta da tempo. Tanto che è stato proprio il presidente del Consorzio, Patrizio Cencioni, a dare notizia ieri dell’incidente a Soldera, rendendo omaggio al vignaiolo e gelando la platea del teatro di Benvenuto Brunello: “E’ stato un personaggio emblematico – dice Cencioni – con i suoi grandi vini degli anni 80 e 90. Lo ricordo un giorno con Luigi Veronelli nella mia cantina. Lascia un segno profondo a Montalcino”.


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